Lo spettacolo tratta il macro tema della memoria storica prendendo come pretesto una delle tante storie della seconda guerra mondiale, ma questa volta lo sguardo è quello di una SS.
STORIA
La storia è ambientata in una soffitta in cui una giovane donna di nome Miriam con il suo compagno Thomas, riporta alla luce un vecchio diario.
Il diario è quello della madre di lei che scopre essere stata una SS, il cui vero nome era Hanna.
Si raccontano e rileggono fatti, avvenimenti, attraverso gli occhi di una tedesca che credeva nel sistema nazista e che, a quel sistema si era affidata.
In questo viaggio continuo tra il presente di Miriam e il passato di Hanna ecco il personaggio del Tempo che con la sua bicicletta e le sue acrobazie si muove tra questi mondi paralleli con un linguaggio dissacratorio e ironico.
Il viaggio è accompagnato anche da Ludwig ,amante di Hanna, e Thomas, innamorato di Miriam; queste presenze maschili così diverse tra loro imprimono negli occhi dello spettatore l’ immagine della deformità della natura umana e di quanto essa possa cambiare.
Lo spettacolo parla di umanità perché è attraverso il diario di una SS che lo sguardo viene filtrato, dall’ apertura del campo di Auschwitz , al rogo dei libri del ’39, alle selezioni del ’42 dei deportati ,alle separazioni familiari di Drancy, agli esperimenti del ‘ 43 ,all’ arrivo dei dottori, nello specifico del Dott. Mengele, fino all’ arrivo dei russi e allo smantellamento del campo di sterminio per eccellenza.
La tematica di riferimento è certamente l’ accettazione del diverso ma lo spettacolo si può definire surreale poichè il personaggio che delinea il viaggio tra il presente e il passato è il Tempo, figura pantomimica ispirata alla clownwrie francese .
Insolito è anche l’ utilizzo della video-art che evidenzia fatti, persone, eventi che vengono video proiettati non come cronaca, come documentario, ma come immagini di suggestione attraverso contrasti cromatici e stilistici.
La musica anche è inedita, scritta per l’ occasione da Giacomo Agnifili e Simone Santamaria, musica ritmica e dissonante, ripercorre provocatoria anche gli strumenti propagandistici adottati durante il nazismo, ricreando atmosfere di allora che sappiano però colpire le corde di un giovane contemporaneo .